Chi è Dario, il maestro di musicoterapia?
Dario Canal nasce immerso in un ambiente musicale. La musica permea da subito il suo mondo e lui non può fare altro che lasciarsi condurre dalle note musicali che lo aiutano a vincere la sua timidezza di bambino.
Diventa cantante, cantautore e con il suo gruppo di musica rock, gli Etruschi from Lakota, fa concerti un po’ in tutta Italia con un progetto di musica che unisce i sound americani alla musica italiana, vincendo anche diversi premi.
Ad un certo punto Dario si chiede se il suo percorso possa essere utile agli altri. Si accorge che ogni volta che si confronta con i bambini diventa naturale e spontaneo in lui dare loro la possibilità di essere se stessi come è stato per lui. Essere liberi di esprimersi, ma con un certo obiettivo.
La parola “educazione” entra prepotente nella sua vita e decide di rimettersi a studiare. Segue un corso con l’AIGAM, che sponsorizza l’insegnamento della musica come quello di una lingua, seguendone quindi gli stessi processi di apprendimento.
Dario è un ragazzo giovane e determinato, nelle sue parole traspare l’entusiasmo per ciò che fa. Lui si definisce educatore musicale, perchè la sua figura ha tutte le caratteristiche dell’educatore professionale, che utilizza come strumento la musica.
Quando Dario prepara la sua lezione sa che ogni volta quello che ha progettato potrà essere sconvolto completamente dai suoi piccoli allievi. La cosa che ama e su cui fa affidamento per portare avanti le sue lezioni è la sintonia che si viene a creare spontaneamente con bambini e genitori che partecipano alla lezione.
Il gioco per il bambino è una cosa molto seria, è il suo lavoro. Per questo Dario fa muovere ai suoi allievi i primi passi nel mondo della musica proprio sfruttando il gioco.
Le lezioni sono sempre dinamiche e in divenire e questo lo stimola continuamente ad essere flessibile in quello che fa. Nella sua esperienza da educatore musicale Dario sa che ciò che fa realmente la differenza è il tipo di relazione che riesce a stabilire con ogni bambino che frequenta la sua lezione.
Con il procedere del corso e il passare del tempo i bambini cambiano e vivono le varie tappe della loro crescita. E’ importante che l’insegnante innanzitutto sia consapevole del momento che sta vivendo il piccolo per mettere in atto quello che in AIGAM viene definito bene con la metafora del fratello maggiore.
Il bambino ascolta i suoni e prova a ripeterli con la guida dell’insegnante seguendo una sorta di “alfabetizzazione musicale“. Dario vuole ricreare per tutti i bambini ciò che lui stesso ha vissuto, ossia un ambiente musicale ricco nel quale crescere. Sa bene che non diventeranno tutti dei musicisti, ma tutti possono diventare degli “ascoltatori sensibili e indipendenti”. L’apprendimento musicale arricchirà la loro crescita come un tassello di un puzzle ampio e pieno di competenze.
La musica è un linguaggio, un modo per esprimere se stessi. E’ uno strumento sociale di aggregazione. Dario ha sperimentato che nell’armonia che crea la musica c’è tanta creatività. La musica aiuta a coordinarsi con se stessi e anche con l’ambiente che ci circonda.
Parafrasando il suo maestro, Andrea Apostoli, nonchè presidente dell’AIGAM, Diego dice una cosa molto bella: “Se guardi il bambino come una cosa piccola, farai cose piccole. Se guardi il bambino come una cosa grande, farai grandi cose”.
L’invito che fa Diego è di non guardare mai i bambini con gli stessi occhi, ma essere consapevoli che in loro c’è sempre qualcosa di nuovo che deriva dalla loro continua evoluzione, fatta di numerosi momenti che passano veloci in successione. Ognuno di questi momenti è importante e fa parte della sua crescita.
Come si strutturano le lezioni di musicoterapia
Le lezioni di musicoterapia ad AltriMondi vengono organizzate dividendo i piccoli allievi in due fasce d’età: 0 – 36 mesi e 3 – 6 anni, per creare gruppi omogenei di bambini che hanno lo stesso tipo di competenze. Con i più piccini sono sempre presenti anche i genitori, che diventano parte attiva nella lezione oltre che complici dell’insegnante. Con i bambini più grandi, che sono già ad un punto avanzato del percorso musicale e conoscono bene il maestro, capita spesso che la lezione avvenga in assenza dei genitori.
La prima parte della lezione è un po’ più intensa. Il percorso inizia prima di tutto con un momento definito di accoglienza, che precede quelli di apprendimento e di ascolto. La lezione è tutto un divenire e si struttura anche in base alla risposta dei bambini e al loro livello di attenzione del momento, sempre in armonia con il loro essere. Capita che un gioco venga protratto a lungo se ai piccoli piace particolarmente, oppure che provino ad imparare a stare in silenzio anche per diversi minuti.
La scaletta della lezione tipo prevede una serie di canti senza parole, creati spesso da una sola sillaba, in cui il maestro costruisce melodie con quella stessa sillaba. Le parole non vengono utilizzate inizialmente perchè il bambino si concentri esclusivamente sulla melodia e non si confonda con l’apprendimento di altro. Per questo il maestro Dario consiglia ai genitori di far ascoltare ai bambini inizialmente solo musica strumentale.
La scaletta musicale inizia con un brano di benvenuto e termina con un brano di saluto finale che chiude la lezione, proprio per aiutare il bambino a comprendere la scansione del tempo e delle dinamiche della lezione stessa. Per il maestro Dario è importante, prima di entrare nell’aula, compiere piccoli gesti come il togliersi le scarpe. Un’azione molto semplice, ma che trasmette il messaggio che da quel momento in poi inizia la libertà di movimento.
La lezione non ha mai un andamento lineare, alterna momenti di maggiore attività ad altri di quiete. Il repertorio che propone l’insegnante deve essere sempre vario e comprendere diversi piani alternativi a quello di partenza, perchè non si può mai sapere la direzione che i bambini daranno alla lezione stessa. Ogni allievo può dare spunti diversi che l’insegnante coglie e trasforma in una buona occasione di apprendimento condiviso.
Ogni azione durante la lezione viene fatta su misura per ogni piccolo allievo, seguendo in ottica comune le attitudini dei singoli.
Il rapporto dell’educatore con i genitori è fondamentale, perchè devono sentirsi coinvolti e supportare l’insegnante. L’insieme dei partecipanti alla lezione forma una sorta di orchestra e fa sì che anche il genitore impari a diventare autonomo nel proseguire poi l’educazione musicale anche a casa.
La crescita di un bambino è fatta di tanti tasselli e la musica è sicuramente uno di questi. Dai anche tu l’opportunità al tuo bambino di fare un’esperienza musicale unica che lo accompagnerà per tutta la sua vita: da AltriMondi si può.